“Solitudini a Sud della tua luce” è il titolo della raccolta poetica di Pina Petracca nella quale emergono pensieri ed emozioni in versi. Il testo pubblicato dalla casa editrice Esperidi è composto da sette piccoli capitoli necessari per distinguere le molteplici tematiche e il susseguirsi di riflessioni sulla miriade di emozioni che inducono l’autrice a padroneggiare le parole donandole al lettore in tutta la loro delicata bellezza.
Nella prefazione a cura di Nicola Russi si legge “Pina fiuta risurrezioni impossibili, la sua anima è perduta in una vaga speranza” e si prosegue nella presentazione delle varie sezioni che vanno a comporre il testo: Scrivo; Dalla riva; Semi; Stagioni; Dedicate; Ai miei; Luoghi e Stelle.
La visione complessiva offerta in questa introduzione agevola la lettura dei componimenti nei quali l’autrice, scrive Russi, “riesce sempre a fare di ogni avvenimento, persona, cosa, luogo un motivo di buona poesia; poesia che pur entrando nei dettagli di qualsiasi descrizione è ammantata sempre di lirismo e di partecipazione visiva oltre che di accorato sentimento”.
Alla luna sono rivolte le strofe di Pina Petracca che si interroga incessantemente sul senso della vita, sulla provvisorietà delle cose e la fragilità dell’animo umano. C’è un volo immaginario tra i versi di questa raccolta che ci conduce in un cielo dove le parole brillano come stelle e la luna è una grande madre che malinconica accoglie i sogni umani.
Ci sono figure care che riecheggiano tra le pagine del testo e ritornano potenti attraverso una scrittura plasmata col dolore e con la gioia di chi soffre, ama e spera. Ci sono cieli infiniti e mari sconfinati negli sguardi poetici di una donna che sa stupirsi ancora… “Mi stupisco ancora/d’equinozi/di improvvisi cambi di stagione/di primavere/di api e di farfalle./E mi coglie di sorpresa/il nuovo sole/ormai nell’ombra/d’eclissati raggi”.
L’attualità e i fatti più cruenti che ci interrogano sul senso dell’umanità ormai smarrito suggeriscono parole nuove a Pina che sa creare con i suoi versi un abbraccio immaginario nel quale accogliere chi ha smarrito la via della compassione.
La natura poi primeggia in ogni strofa e il richiamo alla propria terra, il Salento, diviene un grido d’amore e di difesa nei confronti di un territorio spesso maltrattato dai suoi stessi figli.
Il tempo quello passato e quello che sarà sembra essere cristallizzato tra le poesie di una raccolta che incanta e commuove. A ribadirlo è Cristina Martinelli che nella postfazione riconosce come l’attività poetica di Pina Petracca sia “sfogo di uno spazio interiore, intimismo discreto non per cercare angoli conosciuti dell’anima in cui rifugiarsi e crogiolarsi per una generica nostalgia dell’Eden, ma per cercare corrispondenze tra l’io e il tutto, è ricerca di dignità, di morale, semplicemente di serenità”.
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