È sbocciato un fiore nel giardino delle Edizioni Esperidi. È delicato e colorato il cui stelo oscilla al vento fresco di tramontana e quando il sole lo illumina ecco che la corolla incanta quanti lo stanno ammirando.
La stessa meraviglia si avverte leggendo “Piccola favola salentina”, il libro di Chiara Marini che inaugura con il volume illustrato da Tamara Zambon, una nuova collana della stimata casa editrice.
“Cara Irene, questa sera voglio raccontarti una favola che sa di spuma di mare e di erbe selvatiche”. Inizia così una favola che ci conduce in un viaggio straordinario in compagnia di personaggi speciali come Conchiglietta, bianca creatura del mare, che tanto desidera conoscere il mondo fuori dall’acqua e gatto Rosso, pelo lungo e folto, muso tondo e grande, zampe tozze e larghe e una lunga coda arruffata che ama andare alla scoperta di una terra incantevole come il Salento.
Chiara Marini e Tamara Zambon hanno dato vita a un testo dove la fantasia a briglia sciolta galoppa tra le pagine dove le illustrazioni sono talmente ricche di colore che regalano una luce sognata e fluttuante.
Il felice binomio tra lo stile nitido della scrittrice e quello vellutato dell’illustratrice caratterizza un testo che possiede una peculiare potenza espressiva tale da coinvolgere i fanciulli (ma non solo) in una trama di immediata comprensione dove si percepisce quanta intelligente attenzione sia stata dedicata al sentimento.
Girovagando tra masserie, torri costiere, chiesette, vigneti, distese di ulivi maestosi dal tronco contorto e nodoso, campi di papaveri e girasoli, piante di fichi d’India che “sembrano spaventosi e pungenti, ma danno dei frutti molto buoni a chi sa prenderli per il verso giusto” ci si addentra nei meravigliosi borghi e luoghi salentini.
Tra questi spicca Lecce e il suo barocco che impreziosisce le facciate delle maestose chiese; Otranto definita la “porta d’Oriente”; Corigliano d’Otranto, Soleto, Galatina e Monteroni, paese natio di Chiara Marini, dove è rimasto vivo il ricordo del “miracolo del Crocifisso” che l’autrice narra affidando il racconto alla voce saggia del grande Pino che di storia ne ha vista e vissuta. C’è poi la musica inconfondibile del Salento, la pizzica, e le bontà gastronomiche tipiche di questo lembo di terra.
Qui il lettore diventa contemplatore di bellezza e sembra quasi spiccare il volo insieme ai protagonisti che si addentrano in un territorio di inusitata meraviglia. Nasce un libro raffinato che esprime in toto una percezione di avventurosa libertà grazie anche agli incontri con farfalle, galline, gatti dispettosi, gazze che Conchiglietta e gatto Rosso fanno durante il loro lungo peregrinare. Ogni conoscenza consente ai due amici di apprendere la storia e le tradizioni di un luogo intriso di arte e cultura.
Nel percorso non mancano ostacoli da superare che sembrano solo apparentemente insormontabili ma soprattutto i due amici conoscono le tante sfaccettature dell’amore.
Ora vi starete certo chiedendo se questa favola come tutte le altre favole abbia una morale…. beh a svelarcela è zia Chiara che firma la lettera con la quale si apre il racconto: “il viaggio ha senso anche solo se c’è un porto sicuro in cui tornare”.
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