Siamo a Parigi, è il 1967 e nelle università scoppiano le proteste così come nelle fabbriche si organizzano gli scioperi. La storia fa il suo corso e Luca Ruggiero compie un salto nel passato, in uno dei periodi cruciali del secolo scorso, per ambientare la trama del suo primo libro “Le ballerine rosse”.
Il testo voluminoso e ambizioso, ricco di dettagli su una vicenda che va oltre l’opinione pubblica di quegli anni, gli slogan che esaltavano “l’immaginazione al potere”, gli idealismi riguardo la parità dei sessi o una reale e non presunta democrazia, invita il lettore a catapultarsi in un romanzo di spionaggio nel quale l’autore cerca di creare un’alchimia tra fantasia e realtà.
I servizi segreti francesi vengono messi in allarme dal gesto scellerato di un fanatico comunista. Alain Lagrange, agente dello SDECE, intuisce il coinvolgimento sovietico nell’opera di destabilizzazione che molti vogliono ignorare.
“Tra il pubblico, ma poco interessato alla gara, c’era Alain Lagrange. Si notava tra la folla perché era uno dei pochissimi a non avere gli occhi puntati sul circuito e perché era vestito in modo piuttosto formale. […] Lo sguardo serio puntato sugli spettatori, i quali, come in una specie di balletto, muovevano le teste e gli sguardi all’unisono, come se accompagnassero l’auto di passaggio in quel momento. Da poco superati i cinquanta, Lagrange aveva lo sguardo attento e il volto consumato”.
La città dei lumi è in preda a una rivoluzione che porta scompiglio e trambusto. Le manifestazioni studentesche, la propaganda nei giornali, i pugni chiusi verso il cielo caratterizzano il susseguirsi dei mesi finchè non giunge il maggio del 1968 e il KGB, la polizia segreta dell’Unione Sovietica, sembra voglia influenzare la politica francese.
“Dopo l’annuncio alla radio, ogni singolo studente universitario, ogni operaio, chiunque odiasse il sistema, chiunque volesse un cambio, avrebbe avuto l’opportunità concreta di fare la sua parte. De Gaulle era troppo borghese per i reazionari e troppo diplomatico per i conservatori che avrebbero voluto che l’ordine fosse ripristinato con il pugno di ferro. Era la fine. Andando alle elezioni aveva consegnato il Paese ai comunisti, e con loro, ai sovietici”.
Lagrange, il protagonista di un libro avvincente scritto con arguzia stilistica, saprà districarsi tra gli intrighi politici evitando che la Francia venga travolta dalla marea rossa.
In un susseguirsi di eventi politici, episodi storici, alcuni realmente accaduti altri frutto dell’immaginazione del giovane autore, “Le ballerine rosse” si presenta come un lavoro di scrittura appassionante vergato con un linguaggio nitido, ipnotico, potente e scevro da cavillosità.
Con una passione argomentativa, l’autore crea un impianto narrativo solido nel quale si muovono personaggi palpitanti di vita (tra questi hanno un ruolo chiave le donne) che sembrano nati da una prospettiva beckettiana per poi scoprire che in questo mondo surreale, l’attività dello spionaggio affonda le radici in una solida realtà.
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