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Oggi vi raccontiamo una storia bellissima, ricca di emozioni. Si tratta di un racconto scritto e ideato da Nausicaa, la mia bambina.

Durante la primavera insieme a lei e a Tiziano amiamo fare lunghe passeggiate scoprendo nuove campagne che in questa stagione hanno profumi e colori nuovi.

Un giorno abbiamo sentito il nitrito di un cavallo e cercando di capire da dove provenisse il verso del puledro ci siamo incamminati verso la stalla dove lui si trovava.

Tra le assi della staccionata di legno il cavallo inseriva la sua testa lasciandosi accarezzare ed è stato durante questo momento di coccole che Nausicaa e Tiziano hanno fatto una meravigliosa scoperta.

Il ricordo di questa avventura è stato riportato da Nausicaa in un libricino da lei stessa creato con l’aiuto del fratello che ha realizzato alcune immagini e anch’io non potevo certo esimermi dal gioco così ho finto di essere l’editore.

A tutti i lettori del blog “Sulle strade dei libri” proponiamo la storia di “Nicolin, il puledrino nero”.

Nicolin era un puledro appena nato. Quando l’ho visto per la prima volta aveva solo cinque giorni di vita.

Il suo pelo nero era lucido e luminoso. Se ne stava attaccato alle mammelle della sua mamma elegante e severa. Intenti madre e figlio a mangiare li osservavo esterefatta.

Di tanto in tanto Nicolin sembrava prendesse la rincorsa per galoppare chissà dove ma dopo un brevissimo tragitto ritornava dalla sua mamma che aveva fatto di quella stalla il suo regno. 

Le zampe di Nicolin mi facevano sorridere: erano sottili e lunghe per nulla dritte. Pian piano lo sarebbero diventate e quelle specie di curva sporgente verso l’esterno non si sarebbe vista più. 

Mi impegnavo a trovare le foglie, gli steli d’erba o di paglia per offrirli a Nicolin e vedere cosa si prova nel dare da mangiare a un cavallino. 

La paura ci sopraffaceva. Se lui si avvicinava io mi allontanavo, se io mi avvicinavo lui si allontanava.

 

Lo salutai con la promessa di tornare presto. Ogni giorno avrebbe fatto nuove conquiste e presto Nicolin sarebbe diventato un cavallo grande e fiero come sua madre.

La notte sognai Nicolin e immaginavo di cavalcare sulla sua groppa e lasciare che il vento mi accarezzasse il volto e scompigliasse i capelli. Ero felicissima e mi fidavo di lui che mi accompagnava in luoghi meravigliosi e su praterie immense dove il sole non tramonta mai.

 

 

 

 

 

 

 

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