Categories:

Il fenomeno delle Little Free Library nasce dal bisogno di condividere realmente e non in modo virtuale la gioia di leggere e di confrontarsi con l’intera comunità; grazie alla giornalista Paola Bisconti, pioniera del movimento nel Salento, consentendo così a grandi e piccini di accostarsi alla lettura in modo semplice e naturale. Si tratta quindi di un innovativo servizio di promozione della lettura per il cittadino che potrà prendere gratuitamente in prestito un libro per poi riconsegnarlo senza alcun termine di scadenza. Nel caso in cui il libro dovesse piacere in modo particolare si può decidere di tenerlo con sé con l’obiettivo però di riposizionarne un altro al suo posto. Abbiamo incontrato Paola, l’occasione è stata propizia per fare quattro chiacchiere con Lei su questo progetto.

Come è nata la tua passione per il giornalismo? Sin da bambina ero affascinata dai più grandi giornalisti. Siano essi inviati di guerra, conduttori dei tg o editorialisti. Adoravo il loro modo di usare le parole per raccontare un fatto, per suscitare indignazione, per smuovere le coscienze. Fra tutti ricordo i servizi di Ilaria Alpi che dal Mogadiscio con ammirevole caparbietà svelava grandi verità rimaste occultate dalla Storia. Non sono cresciuta con l’idolo delle principesse, le mie eroine erano personaggi come Ilaria Alpi. Crescendo ho conosciuto altre figure alle quali mi sono ispirata per apprendere una professione che non è solo tale, ma qualcosa di più.

Paola, il giornalismo è un mestiere come tanti, o un’altra cosa? No, assolutamente. Per me il giornalismo è un modo di essere, uno stile di vita che mi consente di partecipare al cambiamento attivo della società. Non c’è parola espressa o scritta che non sia stata preceduta o seguita da un’azione virtuosa. Per esprimere meglio questa mia profonda convinzione mi servo delle parole di un altro straordinario giornalista che ha sfidato la mafia siciliana: «Io ho un concetto etico del giornalismo. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza, accelera le opere pubbliche, pretende il funzionamento dei servizi sociali, sollecita la costante attuazione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non è capace di questo si fa carico di vite umane».

Cosa ti spinge a prender carta e penna? Questa domanda mi fa sorridere. Penso ai miei figli che quando mi vedono appuntare i pensieri su uno scontrino della spesa o il cartoccio del pane, ridono divertiti fino a far ridere anche me. Sono i fatti della quotidianità che mi inducono ad annotare riflessioni o input per stilare un articolo, un’indagine, un lavoro che so già mi metterà alla prova come se fosse un continuo rinnovarsi. Scrivere non è staticità, ma è una felice fusione di mente e corpo che mettono all’attivo un turbinio di azioni e sentimenti.

La divulgazione nell’era della rete e dei social media: a che punto siamo? È una straordinaria opportunità. Senza i social io farei un decimo del mio lavoro. La tempestività con la quale riesco a raggiungere una quantità infinita di persone e l’immediatezza con la quale gli altri riescono a mettersi in contatto con me, mi consente di cavalcare costantemente la cresta dell’onda. Tuttavia c’è un altro fattore che è fondamentale non solo per me, ma anche per quanti vivono la mia stessa situazione. La rete ci permette di lavorare da casa e questo non è un regresso come si ostinano a pensare in molti, ma una grande risorsa. Riuscire a gestire i miei impegni di madre e di casalinga svolgendo contemporaneamente il mio lavoro avendo un semplice pc lo trovo straordinario. Vorrei aggiungere un’altra considerazione: utilizzare i social in maniera consapevole e intelligente da la possibilità di sottoporre all’attenzione dei propri contatti quelli che vorrei definire “consigli culturali”. Postare una poesia o divulgare una notizia interessante è un modo per condividere la cultura con un “clic”.

Da dov’è nata l’idea di creare un progetto per sostenere la lettura? Nasce dall’esigenza di condividere una miriade di sentimenti che solo la lettura è in grado di offrire. Ho sempre creduto che leggere non sia un’azione solitaria ma collettiva. Partendo dall’idea che la lettura possa essere un pretesto per favorire la socializzazione ho deciso di mettere in pratica un progetto nato in America ma che si sta rivelando un vero e proprio fenomeno socio-culturale anche nel Salento…“il sud del sud” come diceva Carmelo Bene.

Come funziona Little Free Library? La Little Free Library consiste nella creazione e installazione di una mini biblioteca ossia una graziosa casetta posizionata nelle piazze, ville o parchi di paesi e città. Effettuando una registrazione al sito si può ricevere una targhetta sulla quale vi è apportato il logo del movimento e un numero di matricola che ci consente di visualizzare le mini biblioteche sulla Google Maps. Ogni casetta può contenere circa 50-60 libri che possono essere presi in prestito a patto che si sostituisca il testo ritirato con un altro di propria appartenenza. Poco più di due anni fa ho installato a Cavallino (Le) le prime mini biblioteche che hanno subito suscitato interesse e curiosità. Non si sono mai verificati azioni vandaliche e le donazioni di libri da parte dei singoli cittadini, dei librai o delle case editrici aumenta quotidianamente. Sono sinceramente soddisfatta della buona riuscita di questo progetto che nella sua semplicità è a dir poco rivoluzionario.

E’ comunque vero che di libri, di quelli di carta intendo, se ne comprano sempre meno. Il mercato è in grave crisi e sempre più librerie chiudono mentre aumenta la vendita di libri digitali.  Cosa pensi? Credo che bisogna resistere non perché leggere un e-book sia cosa sbagliata ma più semplicemente perché frequentare le librerie sia una sana abitudine per condurre uno stile di vita fatto di cose semplici e gioiose. Potrei aggiungere quanto sia impagabile l’odore della carta e dell’inchiostro così come quanto sia piacevole accarezzare un libro, ma tutto ciò potrebbe apparire banale e ripetitivo per cui mi limito ad invitare i lettori ad avere un buon libraio come amico. Meglio una chiacchierata che scorrere in solitudine la lista dei testi più venduti, più cliccati, o altro dallo schermo di un pc.

Oggi più che mai l’importanza del libro e della lettura è centrale date le innovazioni tecniche in corso, che sanno di rivoluzione.  Pensi che un progetto come Little Free Library possa aiutare le comunità locali a riavvicinarsi alla lettura? In un secolo invaso da smartphone e tablet? Ne sono convinta. Quando cammino nel mio paese accade che alcune mamme mi fermino per informarmi che i loro figli grazie alle casette, si sono avvicinati alla lettura come mai accaduto prima. Credo che la lettura non dev’essere imposta né dai genitori né dalla scuola ma dev’essere più semplicemente offerta loro come una grande opportunità, solo così ognuno potrà scoprire il piacere di una lettura alternata ad un gioco sullo smartphone o sul tablet.

Qual è il tuo libro preferito e qual è quello che, invece, ti ha deluso? Non ci sono libri che mi hanno deluso, ma non ho neanche un libro preferito. Ci sono molti autori del mio territorio che hanno scritto capolavori, ma amo anche i classici e quelle penne intuitive che scrivono con piglio forte e determinato anche se sono capace di commuovermi davanti a quelle letture intrise d’amore e passione.

A cosa stai lavorando attualmente? Dopo aver effettuato un’indagine sulle biblioteche scolastiche del territorio salentino, ho deciso di raccontare il coraggio di quei librai che gestiscono librerie indipendenti e che quindi hanno deciso di non cadere nella trappola del mercato rifiutandosi di considerare il libro una merce come un’altra. Recentemente inoltre ho avviato un’iniziativa sui generis che ho voluto definire “Vagabondaggio letterario” e consiste nel peregrinare nei quartieri periferici del mio paese coinvolgendo grandi e piccini in momenti dedicati alla lettura. Sarà un’avventura unica come si è presentata la prima tappa. Ho una certa simpatia per chi la società tende ad isolare. Se mi porgo con un libro in mano so che può nascere solo un’amicizia sincera e incondizionata.

Intervista a cura di Federica Masella apparsa su BariWeb tv

Tags:

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *