Questa recensione è stata pubblicata su Linea Carsica il 25 gennaio 2018 a firma di Gianluca Conte.
http://glucaconte.blogspot.it/2018/01/sulle-strade-dei-libri-di-paola.html
«La lettura altro non è che un lungo
camminare per le strade del mondo»
(p. 45)
La prima cosa che mi viene mente dopo aver letto Sulle strade dei libri. Viaggio nei mondi della lettura di Paola Bisconti, Edizioni Esperidi, 2017, è la luce. Questo perché il libro in questione emana un’energia luminosa, confortevole, amica. Si tratta di un’opera importante, poiché mette al centro la lettura, vista non solo come esercizio benefico per la mente (pensiamo all’apprendimento scolastico, ad esempio) ma anche e soprattutto come un’esperienza viva, coinvolgente e aggregante, in particolar modo nei luoghi – fisici e mentali – dove il senso comune ritiene che nulla di bello possa esserci. L’autrice, attraverso la sua “vita activa” (Hannah Arendt ce lo ricorda!) al servizio della lettura e dei libri, ci dimostra il contrario: l’emozione della parola scritta e orale può arrivare dappertutto, purché ci sia la voglia e la passione di prendersi cura dell’altro. Sfogliando le pagine di quest’opera che potremmo definire “salutare”, pian piano si cambia d’umore, ci si rasserena, è come entrare in un mondo pacato, saggio, pur nella freschezza e nell’effervescenza di un’esperienza, quella della Bisconti, che ha come fine ultimo – e nobilissimo – quello di avvicinare alla lettura quante più persone possibile, senza costrizione o imposizione, bensì con dolcezza, allegria e comprensione. Un elemento di spicco, nel percorso di Paola, è senz’altro un sentimento di vera filantropia, che si unisce a un alto senso del bene comune, quel benessere della comunità tanto decantato da Platone e da altri grandi pensatori. L’autrice crede nella capacità che la lettura – e più in generale la cultura – ha di migliorare le persone, sotto tutti i punti di vista. Sulle strade dei libri, fin dal titolo, ci dice che la lettura deve (o almeno dovrebbe) uscire dai luoghi chiusi dell’accademia e della scuola, per arrivare ovunque ci sia qualcuno disposto a lasciarsi affascinare dalla voce di chi ha speso la propria vita a raccontare e a raccontarsi. La poesia, il romanzo, il saggio e tutte le altre forme di scrittura ci completano, ci istruiscono, ci fanno stare meglio. In questo viaggio profondo e delicato, intrapreso da Paola con il sorriso e con la speranza di portare la parola per le vie infinite del mondo (partendo da una piccola fetta di terra, il Salento), un occhio di riguardo cade sui luoghi prediletti della lettura: biblioteche e librerie indipendenti. L’autrice, giustamente, considera tali luoghi non solo come dei baluardi della cultura ma anche come spazi dinamici, attivi, da vivere gioiosamente, in simbiosi con le opere e con gli autori. Paola ha incontrato tante biblioteche e librerie del Salento sulle sue Strade, e ne è rimasta affascinata, colpita. In questi luoghi eletti, dove si respira l’inconfondibile odore della storia, della tradizione e delle idee, vi è un ristoro per la mente e per il corpo. Altra importantissima – e per il Salento nuovissima – esperienza è stata quella delle “Little free library”, piccole librerie sotto forma di cassetta, spuntate, per iniziativa di Paola (aiutata dal marito e da altre persone acute e lungimiranti) nei posti più inusuali, dal parco all’asilo nido e via dicendo. Come dire: se il lettore non va dal libro, è il libro che va incontro al lettore. Donna energica e piena di iniziativa, Paola Bisconti è organizzatrice di eventi che mettono al centro la cultura, in particolare quella legata ai libri, ma non solo: l’autrice di questo pregevolissimo libro si prodiga in vari modi per favorire la diffusione della lettura, tra cui, esperienza davvero immaginifica e straordinaria, il “vagabondaggio letterario”. Di cosa si tratta? Per scoprirlo vi invitiamo a leggere Sulle strade dei libri: sarà difficile non farsi prendere dall’entusiasmo: «La mia voce quindi diviene veicolo di poesia, è uno strumento autentico, è l’imperfezione del suono che oltrepassa la staticità della scrittura e diventa melodia magnetica a tratti ipnotica. La voce fa accadere l’inaudito perché nella sua musicalità si coglie la funzione della scrittura» (p.45).
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