A Natale si avverte l’esigenza di leggere delle storie in grado di scaldarci il cuore proprio come il calore che produce la fiamma di un caminetto acceso; si inseguono così dei racconti che suscitano sorrisi e il desiderio di ritrovarsi nell’abbraccio di un amico caro; si anelano trame che sappiano allietare il lettore come un fanciullo estasiato dinanzi a un nuovo balocco. Per questo ho scelto tra gli innumerevoli consigli editoriali “Il dono di Natale” di Grazia Deledda edito da Lindau.
Leggere il libricino è un’occasione per far conoscere alle nuove generazioni la scrittrice Grazia Deledda, premio Nobel 1926 per la letteratura, che ha vergato questo ed altri racconti nel lontano 1930 e che poco più di tre anni fa la casa editrice Lindau ha deciso di riproporre in una bellissima versione illustrata le cui immagini richiamano tessuti, foto e paesaggi tipici della Sardegna, terra natia dell’autrice, dove è ambientata la novella insieme al contributo di due piccoli disegnatori, Giovanni e Isacco, che hanno realizzato il volto dei personaggi principali della storia.
Siamo agli inizi del Novecento e i protagonisti della storia, Felle e Lia, si apprestano insieme alle loro famiglie che sono vicine di casa, a vivere la vigilia di Natale. Ciascuno sente a proprio modo le emozioni dell’attesa sperando in cuor loro che succeda qualcosa di memorabile e infatti accade, ma la novità viene svelata solo alla fine della storia nel frattempo le pagine scorrono tra dolcezza, stupore e incanto.
La famiglia di Felle, ultimo di cinque fratelli, attende di conoscere il fidanzato (benestante) della figlia maggiore che cenerà con il resto della famiglia per festeggiare la felice ricorrenza che diviene occasione per benedire anche il fidanzamento. Nella casa di Lia invece regna un’aria di mistero che Felle, curioso e trepidante, riuscirà a scoprire.
La novella scritta con uno stile inconfondibile e sublime nella sua ilare eleganza, a tratti poetica, in altri più prosaica è permeata di valori che profumano di sapori genuini della vita, rievoca abitudini e tradizioni di un tempo ormai andato, rimanda alla bellezza dei piccoli gesti, di resistenze quotidiane, della fede più semplice e incondizionata, di altruismo e speranza. Non sono forse questi i doni più preziosi del Natale?
Recensione già pubblicata sul blog Anam de Linkiesta il 23 dicembre 2015 a firma di Paola Bisconti.
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